Tabaccaio di Ivrea spara e uccide un rapinatore che si era introdotto nel suo negozio insieme a due complici. I magistrati iscrivono il commerciante nel registro degli indagati per eccesso di legittima difesa. Lega e FdI dalla parte del commerciante.
Ivrea (Torino) diventa il nuovo palcoscenico della battaglia tra la magistratura e la politica di Matteo Salvini. Un tabaccaio spara e uccide un rapinatore che si era introdotto nel suo negozio e finisce nel registro degli indagati per eccesso di legittima difesa.
Tabaccaio spara e uccide un rapinatore che si era introdotto nel suo negozio: è il primo caso da quando è in vigore la legge sulla Legittima Difesa
Il caso di Ivrea è destinato a fare accademia: si tratta infatti del primo episodio che dovrà essere valutato alla luce delle indicazioni della nuova legge sulla Legittima Difesa. Una norma che sembra difficile di difficile interpretazione per i togati.
Il commerciante iscritto nel registro degli indagati per eccesso di legittima difesa
I magistrati hanno infatti deciso di procedere con l’iscrizione del tabaccaio nel registro degli indagati con l’accusa di eccesso di legittima difesa. Una dicitura che centinaia di commercianti speravano di dimenticare presto grazie allo sforzo di Salvini e della Lega.
A Ivrea si fa la storia. Salvini: Spero che possa fruire della nuova legge
Il caso ha ovviamente scatenato una battaglia politica. La Lega e Fratelli d’Italia hanno preso le difese del commerciante, la sinistra e le opposizioni predicano prudenza e si trincerano dietro un assordante silenzio di rito.
La sensazione è che la conclusione della vicenda di Ivrea avrà un’importanza fondamentale. Si capirà fino a che punto per la magistratura un uomo debba essere in pericolo perché possa reagire per difendere la propria casa o il proprio negozio.
Sul caso è intervenuto anche Matteo Salvini che ha preso le parti del commerciante in rispettosa attesa che la giustizia faccia il suo corso.
“Totale solidarietà al tabaccaio, che spero possa fruire della nuova legge che garantisce la legittima difesa a tutti. Attendendo rispettosamente le comunicazioni della procura, quello che so è che si tratta di un commerciante 67enne incensurato, persona perbene, che deteneva legalmente un’arma, che è stato vittima di 5, 6, 7, 8 precedenti furti e rapine, che stanotte si è svegliato, si è ritenuto in difficoltà, aggredito, ha sparato. Purtroppo qualcuno è morto: però se invece di fare il rapinatore questa persona avesse fatto un mestiere onesto, oggi staremmo parlando di altro“.
La prima ricostruzione dei fatti: tre rapinatori nel negozio di un pensionato. Una colluttazione prima della sparatoria
Tre malviventi sono entrati in piena notte in una tabaccheria, il titolare, che ha la propria abitazione sopra il negozio, si è recato nel suo esercizio commerciale armato di pistola e ha aperto il fuoco contro i rapinatori. In totale dovrebbero essere stati sparati sette colpi. Uno si è rivelato fatale per uno dei rapinatori, un moldavo di ventiquattro anni incensurato.
Secondo le prime testimonianze raccolte, i malviventi non si sarebbero dati alla vista del proprietario del negozio. Tra i quattro (i tre rapinatori e il pensionato che gestisce il negozio con i figli) ci sarebbe stata una colluttazione.
Sette rapine in dieci anni l’incubo di un’inchiesta a carico
Il tabaccaio, visibilmente provato per l’accaduto e per la settima rapina subita in dieci anni, è stato ascoltato dagli inquirenti ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo farà, stando a quanto riferito dal procuratore Giuseppe Fernando, la prossima settimana, quando avrà avuto il tempo e il modo per superare la tragedia e il dolore per quanto accaduto. Nella speranza che il peggio sia alle spalle.